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Archivi Mensili: ottobre 2011

Zanetti e Cambiasso non possono trovare gli automatismi se non giocano insieme con continuità

Grattagrattatopolone

Motta infortunato: davvero a volte si è pedine dell’imponderabile. Poli che riesce a essere ancora meno utile di quando contribuì a una retrocessione. Nagatomo, dal Giappone al Cesena, fino alla grande platea: con questo curriculum raramente non nascono fenomeni. Un trentottenne titolare fisso in uno sport professionistico di movimento. L’uruguaiano in fiore che ha giocato contro lo Strømsgodset ma non se ne è accorto nessuno e quindi non è schierabile in Champions. Tanto è infortunato, come tutti, compreso il portiere, che tre anni fa è uscito indenne da uno schianto in curva su una Lamborghini ma da due si stira guardando xFactor. Zarate preso in corsa per via di un’emergenza in attacco di cui non si era accorto nemmeno Zarate. Stankovic più fragile di un bicchiere façon de Venise. I sudamericani col daiquiri in mano mentre in Cina si giocava la Supercoppa. Paolillo che in italiano sa solo dire “Sono illazioni”, per il resto parla in cinese perché è convinto che il grande futuro dell’Inter sia in quel mercato. Gasperini che non è riuscito manco a farsi esonerare in ottobre; no, a settembre; che allora per avere gli stessi risultati identici potevano metterci l’orsetto Knut che almeno potevamo rovesciarlo sulla schiena e fargli i grattagrattatopolone. Milito che dopo aver visto la Champions gli è venuta la sindrome di Stendhal. Muntari che probabilmente lo ricerca il Centro Wiesenthal e lo teniamo in incognito, perché morireilpapa se una volta riesce a togliere il posto ai due argentini fossanco per trainare Alvarez. Branca che dichiara “siamo concreti ma poco mediatici” invece di essere concreto e dimettersi perché la responsabilità è sua non di Gasperini o Coutinho che nel frattempo a 86 anni si sveglia ancora la mattina sperando che la fatina dei denti gli abbia lasciato cinque euro perché ha perso il molare da latte nel 1983. Che poi uno pensa “con tutto il tempo che sta usando la società per difendersi dalle diffamazioni continue di Agnelli, non c’è modo di occuparsi dei problemi a centrocampo” che sono evidenti persino alle donne che guardano il calcio solo ai Mondiali e sdottorano di schemi pur non capendone irritantemente un cazzo. Macché, gli fanno passivamente dire tutto quello che vuole, e lui ancora un po’ e chiede precedenza ai processi per le fosse comuni nei tribunali internazionali per dimostrare che la Juventus di Moggi non faceva delle porcherie, come se ora i nipoti di Hitler chiedessero i danni ai russi per l’occupazione abusiva del bunker, con la scusa che durante la seconda guerra mondiale in fin dai conti la situazione è sfuggita di mano un po’ a tutti. E poi Alvarez, o Alvarez, che dopo 2.400 anni ha dimostrato che se Achille non corre più veloce della tartaruga, comunque la tartaruga corre più veloce di Alvarez. D’altronde se vi pagassero 12 milioni di euro per operare la gente al cuore, voi operereste la gente al cuore senza alcuno scrupolo e cazzi dei cardiopatici. La colpa mica è di Alvarez che in realtà è un odontotecnico; si dice sempre “ma se uno ti desse 12 milioni di euro per non fare un cazzo, tu cosa ci faresti?” e tutti alla fine si rispondono “Già, ma chi cazzo me li dà 12 milioni di euro per non fare un cazzo?”. Ecco, Alvarez lo ha trovato.

Comunque le sconfitte con la Juventus noi le digeriamo sempre bene

Giusto provare Cambiasso e Zanetti insieme

Rigori inventati: la Merkel si scusa.

Ranieri cura la partita nei minimi dettagli: sa che col vento di maestrale è meglio schierare Castellazzi

Milito imbronciato: con questo Zarate deve inventarsi qualcosa

“Atalanta, con il nostro
colpo segreto hai già
perso e non lo sai”
Tecnica della Cassada

Juve, se non hai paura di questo, fatti avanti.

I difensori dell’Atalanta: “Sappiamo come fermare la cassada“.

Manfredini: “Ho studiato il VHS di Zarate, secondo me la Maurita ha un punto debole“. Ahahah [risata malefica]: illuso babbo di minchia.

La nuova rubrica La Parola a Melissa Satta: “Vi confesso che per molto tempo, un pò per prigrizia e un pò per mancanza di tempo, spesso al mattino mi dimenticavo il fard